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La storia della vestizione di S. Jacopo

«La carità e il fuoco»

            C'è qualcosa che unisce, da tanti, tanti anni, i vigili del fuoco a San Jacopo. Un miracolo molto lontano, che risale addirittura al 1238; lo racconta anche Jacopo da Varazze nella «Legenda Aurea».     

            Ci narra di un giovane pratese che aveva dato alle fiamme i campi del suo padrone che si era rivelato un disonesto. Per questo quel giovane, per la legge del taglione (occhio per occhio dente per dente) venne a sua volta condannato ad ardere sul rogo. Ma il fuoco non lo sfiorò nemmeno. Si era raccomandato a San Jacopo.

            Il fuoco dunque, il calore, l'estate ci parlano di questo Santo venerato dai Pistoiesi da oltre un millennio.

            Sant'Jacopo, o meglio, Giacomo, uno degli apostoli prediletti di Gesù, venne decapitato – per ordine di Menenio Agrippa - nel 42 dopo Cristo. La sua prima tomba fu a Santiago di Compostela (oggi in Portogallo). Un nome che evoca poeticamente un miracolo del cielo: “campus stellae”. Una stella infatti indicò il luogo dove sarebbe dovuta sorgere la Basilica di San Giacomo.

            E fu da lì che il vescovo spagnolo, nel 1150 circa, concesse al Vescovo di Pistoia, Atto, un frammento della testa del santo. A Pistoia lo portarono due pellegrini, Tebaldo e Mediovillano.

            Per andare a prendere quella preziosa reliquia avevano percorso a piedi quel cammino di Santiago (Sant'Jacopo appunto) che univa anche Pistoia, attraverso la via Francigena, alla basilica di Compostela, che era diventata una delle mete più importanti dei pellegrinaggi insieme a Roma e Gerusalemme.

            Grazie a quella reliquia San Jacopo divenne il patrono di Pistoia e il suo culto venne onorato anche con questo interminabile cammino, percorso da tanti pistoiesi, verso la Galizia spagnola.

            Con il trascorrere dei secoli gli omaggi al santo sono aumentati anche attraverso le più belle opere d'arte. Prima fra tutti l'altare argenteo che si trova custodito in cattedrale.

            E sulla vetta del Duomo, nel 1721, comparve la statua del Santo Patrono, realizzata dallo scultore Andrea Vaccà. E' quella stessa statua che ogni anno, la vigilia del 25 luglio, festa di San'Jacopo, veste un mantellino rosso.

            Alfredo Chiti, nella «Guida di Pistoia», scrive «E' antica usanza, di ricoprire con un pastranino o mantelletto rosso scarlatto, la statua del Santo nel giorno della festività». Un'usanza che Chiti colloca fra il 1910 e il 1931.

            Ma perchè? E una leggenda antica a spiegarci il motivo di questa inopportuna vestizione, nel bel mezzo dell'estate. «Pago a tutto caldo», diceva San Jacopo ai creditori, e non pagava mai: si faceva trovare nel mese di luglio con un addosso un mantello di lana rosso.

            Questo perchè, dice la leggenda, prima di darsi alla vita spirituale faceva il sensale di cavalli. Acquistava i cavalli al mercato promettendo al venditore di saldare il debito con il sopraggiungere del caldo, allorché si fosse tolto il cappotto.

            E quando, in pieno luglio, o sotto il solleone, il venditore si recava da Jacopo per riscuotere il dovuto, lo trovava ancora incappottato e pronto a dichiarare che «l'estate tardava a venire».

            Così vuole la leggenda tramandata nel corso dei secoli.

            La tradizione popolare volle onorare anche così la capacità del Santo Patrono di convivere con il sacrificio. Poichè è sacrificio sopportare il solleone con un pastrano di lana pesante addosso.

            Una figura altissima l'apostolo Giacomo, poi Santiago e per noi pistoiesi Sant'Jacopo, vestito, da quasi un secolo dai vigili del fuoco. Gli unici che possono salire fin lassù con l’autoscala che s’innalza verso la statua. Un momento regalato alla storia religiosa della città. Pochi minuti che acquistano un valore profondamente simbolico, chiaro a tutti.

            Il vigile del fuoco, sotto il sole di luglio, indossa la divisa. Non è leggera, come non è leggero il pastranino di lana rossa.

            Il vigile del fuoco, anche sotto il sole rovente, si lancia tra le fiamme. Sotto il suo mantello di lana il Santo faceva la carità.

            Non sono così lontani dunque, i vigili del fuoco e Sant’Jacopo.

            Quel vigile del fuoco che sale sul tetto della Cattedrale con il mantello rosso fra le mani onora il sacrificio più alto, il sacrificio della vita.



S. Jacopo

il momento della vestizione (foto Carlo Quartieri)

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i vigili del fuoco

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